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Aalborg, Danimarca - Royal Academy of Music Aalborg - Batteria e Percussioni Jazz

Michele Tedesco


Sono arrivato ad Aalborg il 19 Agosto 2018 e devo dire che non è stato facile raggiungere la città dal momento che non esistono voli diretti e si è obbligati a fare scalo a Copenaghen, da cui si può raggiungere la meta via bus in 5 ore o in aereo in 45 minuti. Avevo trovato dove dormire in uno dei pochi gruppi su Facebook dove si affittano camere in questa città ed è stato piuttosto semplice. Ho voluto rischiare prendendo questa stanza a scatola chiusa ma una volta visto il posto tutte le mie ansie e preoccupazioni sono svanite: era il posto perfetto, un dormitorio di studenti piuttosto economico in pieno centro e distante solo 5 minuti a piedi dal conservatorio.

Aalborg è una città strana, vive costantemente in ombra delle più famose Aarhus o Copenaghen e quando ci si arriva può sembrare di essere finiti lì per sbaglio, può sembrare che tutte le cose interessanti succedano altrove e si fatica a trovare sia il centro storico che il centro della vita della città. Di primo impatto quindi può sembrare una sorta di seconda scelta, o meglio di una terza scelta, considerando che nel mio caso è stato proprio così. Tuttavia dopo i primi giorni non facili e di parziale disorientamento, la città e soprattutto la scuola iniziano a mostrare tutto quello che possono offrire, ovvero grandi stimoli, occasioni ed esperienze per chi è in grado di coglierle. E’ una città piccola ma per quanto ciò possa sembrare un difetto, è in realtà la sua carta vincente in quanto tutto sembra incastrato alla perfezione e consente a qualsiasi studente di trovare un suo equilibrio tra studio, svago e lavoro.



Ciò si concretizza anche nella vita musicale di Aalborg, dove infatti il conservatorio diventa praticamente l’unico luogo di studio e di scambio dei musicisti della città, e tutti in un modo o nell’altro in quell’edificio ci passano. La quasi totalità degli eventi organizzati in città è connessa al conservatorio e questo fa si che la rete di musicisti, per quanto non vasta come quella di una grande città, sia sempre solida, varia e coesa, e tutto ciò facilita la creazione di molte collaborazioni con musicisti di qualsiasi tipo. La qualità e la quantità di strumenti per lo studio è altissima dal momento che il conservatorio della città è stato costruito nel 2013 appositamente per l’istruzione della musica e per gli eventi musicali, e lo studio del proprio strumento (nel mio caso la batteria) è sempre garantito con accesso tramite il proprio pass in qualsiasi momento, 24 ore al giorno e 7 giorni su 7.



Un altro aspetto incredibile di questa scuola è la libertà totale che lascia allo studente per quanto riguarda la sua specializzazione musicale: non è necessario suonare sempre e solo Bebop o qualsiasi altro sottogenere del Jazz; si è totalmente liberi di suonare qualsiasi cosa si voglia nel corso dei propri studi. Ho incontrato studenti del quinto anno che non avevano mai suonato Standard e non ho mai visto nessuno studente essere ripreso per essere troppo poco “Jazz” o per esserlo troppo. Insomma, ho assistito ad un fenomeno che faccio fatica a vedere nei conservatori italiani: i generi musicali sono apprezzati tutti allo stesso modo.

 

Mi ha molto colpito il metodo di studio dei paesi nordici, in quanto basato molto di più sulla pratica che sulla teoria, e tutto ciò mi ha dato la possibilità di:

1 - Provare almeno una volta al mese i miei arrangiamenti e le mie composizioni direttamente sul campo con l’esecuzione da parte di una band di ciò che avevo scritto;


2 - Organizzare un mio concerto di 20 minuti nel quale avevo totale libertà esecutiva, senza limitazioni di formazione, genere musicale o numero di brani, il tutto osservato da un team di studenti e insegnanti al fine di fornire un feedback a fine esibizione;

3 - Personalizzare a seconda delle mie esigenze parte dei corsi che avrei fatto, scegliendoli o plasmandone di nuovi a mio piacimento (ad es. laboratori di improvvisazione Jazz,Pop ecc, il tutto suonando anche con gli stessi insegnanti);


4 - Lezioni combo con altri allievi di batteria una volta al mese per sviluppare l’improvvisazione e l’interplay.

E molto altro oltre tutto ciò.


What Is This Thing Called? (John Riley) - Michele Tedesco


TIPS


1 - Abbi meno aspettative possibili, in quanto possono rovinare la tua futura esperienza o farti avere un grande shock al momento dell’arrivo;


2 - Non avere paura di buttarti e di investire in senso sia umano che accademico con la scusa del “tanto tra qualche mese me ne andrò”. Così facendo ci si preclude la possibilità che possano nascere relazioni e occasioni lavorative che possono durare anche oltre la fine dell’esperienza;


3 - Parti, qualsiasi sia il luogo! Anche se non vieni accettato nella sede dei tuoi sogni, non rinunciare ad un Erasmus, te ne potresti pentire.



L’ultimo aspetto importante da sottolineare è il margine di crescita di questa città. Aalborg è una città decisamente studentesca con grande voglia di espandersi, e tutto ciò si vede dalle innumerevoli iniziative lanciate dallo stato per potenziare l’istruzione e dall’enorme passaparola tra studenti che si sono trovati bene a studiare qui che a loro volta ne richiamano altri da tutto il mondo. In un anno di permanenza (ho richiesto l’allungamento dell’Erasmus dopo i primi 3 mesi), ho visto grandi cambiamenti in questa dinamica città, molti più eventi, iniziative e concerti musicali, oltre che l’arrivo di moltissimi studenti Erasmus. Il direttore dei corsi del conservatorio ha infatti iniziato ad investire molto nel creare connessioni con altri conservatori europei e cerca di inserire a scuola quanti più studenti Erasmus possibile, perché ha capito ciò che altri non hanno capito: aprire le porte a studenti dell’estero non può far altro che arricchire l’ambiente musicale della città, offrendo un contributo di inestimabile valore per chi ospita e chi è ospitato.



Per domande o dubbi potete contattarmi alla mail: mikegerman.mt@gmail.com

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