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Lisbona, Portogallo - Escola Superior de Música de Lisboa - Batteria Jazz

Alberto Magagna



Sognavo di tornare a Lisbona fin dalla prima volta in cui ci andai. Per me la cultura portoghese significava poesia, conosciuta attraverso Camoes e Pessoa. C’era qualcosa di speciale in quella città, quell’aura di magia e mistero, di grandiosità antica e negletta (come Roma mi si dirà, di più! Lisbona è molto più antica!). Poter partecipare alla sua vita, essere sotto quel cielo vasto, respirare l’aria umida e salmastra che emana dal Mar de Palha (la foce del Tago nel suo punto

maggiore raggiunge 23 km di larghezza, si perde a vista d’occhio), mentre passeggio lungo la

calçada, rischiando di scivolare per essermi distratto a guardare i colori tutt’intorno...è valso molto per me.









CASA: Arrivo i primi giorni di ottobre, dopo aver ricevuto la conferma di essere stato accettato per il bando solo poche settimane prima (due, mi pare). É una nota importante perché l’aspetto ricorrente di questa esperienza sarà appunto l’improvvisazione, non solo nel segno del jazz!

In fretta e furia finisco i preparativi per la partenza e il giorno in cui arrivo in città ho prenotato al Welcome Hostel in calçada Garcia, un valido ostello. Priorità numero uno è trovare una casa. Prezzo medio : 350 / 400 euro per camera, non poco. Mi avevano consigliato di guardare ad Anjos e Alameda, considerate zone studentesche con buoni prezzi e molto da fare nel fine settimana. Mi sono iscritto a tutte le pagine Facebook per controllare le offerte di appartamenti in affitto, ma alla fine l’ho trovato tramite Idealista, dopo una decina di tentativi, in zona Penha de França. È un quartiere quieto e molto bello, un po’ scomodo per il suo essere sopraelevato, ma gli scalini qui non sono un’eccezione! Il quartiere accanto è Graça che reputo il quartiere più bello di Lisbona, il cui fiore all'occhiello è l’omonimo miradouro (belvedere), con bar e parchetto adiacente.





LA SCUOLA: La prima impressione per me, ragazzo di provincia abituato alla piccola scala, è di sollievo: c’è spazio qui. Poi di ammirazione, tanto spazio! E infine sconcerto: troppo spazio!

Sono in un campus. La seconda impressione è che nessuno parli inglese tra gli operatori e le segreterie, ed è corroborata dal sentirmi osservato (non dico giudicato) come fossi uno...straniero. Si conoscono tutti qui, più o meno di vista.

Poco tempo dopo ho scoperto di essere l’unico studente internazionale di tutta la scuola durante quel semestre, sia di classica che di jazz. Questo, se da un lato mi lusingò, perchè mi fece sentire speciale, d’altro lato mi dispiacque perché ne palesò e avvalorò i motivi.


Il mio referente, Joao Moreira, trombettista incredibile (è insieme ai fratelli Bernardo e Pedro enfante prodige, un’istituzione del jazz in Portogallo, anche per il lavoro didattico svolto alla Hot School, da cui tutti i ragazzi che ho conosciuto provenivano) si è dileguato a pochi giorni dal mio arrivo e mi ha affidato al referente per i musicisti classici, che a tratti non sapeva neanche perché mi trovassi lì (per rendere l’idea), che tuttavia fu molto gentile ad aiutarmi.

Vi assicuro che sono tutti molto gentili i portoghesi; di primo acchito possono sembrare diffidenti ma è solo questione di tempo.

Nell'insieme ho avuto modo di capire, anche confrontandomi con i compagni, che ci siano dei problemi organizzativi, specie nel dipartimento Jazz. La questione delle aule è stata un tabù. Noi batteristi avevamo a disposizione una sola aula per lo studio, da dividerci attraverso un foglio in bacheca. Le aule non si potevano prenotare, ma solo occupare in loco, perciò ho trovato difficile organizzarmi, venendo dal centro della città.

Le lezioni, fortunatamente, sono sempre state individuali. Nessun impianto in aula, si usava il telefonino come speaker, stile vecchia maniera. Le lezioni di musica d’insieme, invece, erano molto ben strutturate. Siamo stati divisi in gruppi e ci è stata data molta libertà nel repertorio di standards, con la possibilità di proporre brani inediti. Anche le lezioni di armonia sono state molto proficue e ho trovato l’insegnante molto preparato e coinvolgente.

In generale il livello tecnico è alto; ma ciò che poteva costituire un limite come al solito si è rivelato un fattore di stimolo al miglioramento.




La proposta musicale è ampia, di tutti i generi. A causa del Covid, in quel particolare momento non ho avuto modo di fare chissachè, ma qualche soddisfazione me la sono tolta alla Fabrica de Braço de Prata, fabbrica dismessa e riadattata a locale con concerti e jam sessions (bellissimo) e Anjos 70, un altro locale studentesco, mezzo centro sociale, promotore tra l’altro di belle iniziative di quartiere. Il concerto più bello rimarrà, però, quello che ascoltai in un giardino qualsiasi, fatto da un gruppo di amici brasiliani, che suonavano musiche tradizionali incomprensibilmente belle.


TRASPORTI:

Il conservatorio si trova a Benfica, dal centro potete prendere la metro linea Azul, fermata Colegio Militar Luz e poi 10 min. a piedi. Oppure, più comodamente, potete prendere il treno per Sintra, preso da piazza Rossio o da Areeiro/Roma , fermata Benfica. Si possono fare degli abbonamenti mensili per treni, metro e bus (tutto compreso costa circa 50 euro) alla fermata della metro di Marques de Pombal.





 

TIPS


1. Decidi dove vivere: se vuoi stare vicino alla scuola, per comodità, scegli di vivere a Benfica. Se vuoi vivere la città e sacrificare un po’ di tempo per organizzare gli spostamenti, stai in centro città, tanto con i vari mezzi è semplice muoversi e la metro corre fino all’una tutti i giorni.


2. Se sei batterista portati i piatti e la clamp per l’hi-hat!


3. Scegli l’estate come periodo e vai a vedere, almeno una volta, un tramonto sull’oceano.

 


Per domande o dubbi potete contattarmi alla mail:

magagnaalberto@gmail.com





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